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Qabbalah


קבלה

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La Qabbalah divenne tradizione (il significato letterale di Qabbalah è “ricevere” o anche “da bocca a orecchio”) e fu trasmessa ai sapienti ed ai re.  Salomone fu il più grande tra i cabalisti del mondo antico, tuttavia questo non pose riparo alla distruzione del Tempio e questo dovrebbe far capire che sapere, conoscere ed essere perfetti sono cose tra loro differenti.

La Tradizione della Qabbalah riverbera nel genere letterario dell’apocalittica.  Prima di giungere in età neo-testamentaria e trovare il famoso Libro dell’Apocalisse (che chiude la Bibbia nella forma in cui la conoscono i moderni), si dovranno ricordare testi fondamentali di questa tradizione tra cui gli apocrifi (non inclusi nel canone biblico) di Enoch e il canonico Libro del profeta Ezechiele (il cui primo capitolo è la base della dottrina della Merkavah), scritto al tempo dell’uscita dalla cattività in Babilonia e la ricostruzione del Tempio.

Gli scavi archeologici di Qumran e Nag-Hammadi hanno rivelato quanto fosse viva questa tradizione e quanti altri scritti l’abbiano arricchita prima di svanire con la distruzione del secondo Tempio e la Diaspora.

Nel Medio Evo, questa tradizione tornò visibile mediante la pubblicazione (soprattutto in Spagna, ad opera degli Ebrei Sefarditi) di scritti come il Bahir (Libro della Chiarezza) e lo Zohar (Libro dello Splendore), che furono le basi della penetrazione della Qabbalah nel pensiero occidentale.

Tuttavia, l’espulsione degli ebrei dalla Spagna ad opera di re Ferdinando il Cattolico eclissò nuovamente questa tradizione, che riparò a Saféd, in Galilea.  Qui attecchirono nuove importantissime opere, tra le quali svetta Etz Chaim “L’Albero della Vita”, in cui sono riportati gli insegnamenti di Isaac Luria, che aprì la Qabbalah al pensiero moderno.

Dagli insegnamenti di Isaac Luria derivò la dottrina di Nathan di Gaza, che individuò in Shabbatai Tzevì, un ebreo di Izmir, il nuovo Messia che avrebbe dovuto riportare gli ebrei della diaspora in Israele.

Su questa operazione investirono ingenti risorse molti ebrei europei, soprattutto i banchieri d’Olanda e Germania; tuttavia non andò a buon fine e, addirittura, Shabbatai Tzevì si convertì all’Islam.

Questo paradosso fu accolto come necessità di comprendere la Diaspora.  La conversione forzata al cattolicesimo che avevano dovuto subire gli ebrei d’Europa si apriva adesso anche all’Islam (trovando nella dottrina Sufi l’equivalente analogo della Qabbalah).

In ogni caso, la dottrina di Isaac Luria (che contiene elementi di interpretazione della trasmigrazione delle anime e del significato profondo della vita), venne importata in Europa – soprattutto da Jakob Frank – e in Germania, dove divenne riferimento dottrinale di alcuni ambienti Massonici presso i quali l’Ordine degli Illuminati aveva influenza.

[Prosegue su EUROPA MAGICA n. 6 –> free download]

Qabalah


Non è semplice definire la cabala, perchè si tratta di un simbolo composto,

un simbolo fatto di simboli.

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In sé, un simbolo è tale perché non ha una sola definizione, ma è in grado di contenerne più d’una.

Mentre un’allegoria è qualcosa che sta al posto di qualcos’altro in una relazione 1:1, un simbolo esprime una relazione di 1:n o, come si dice talora, di uno a molti.

Dal punto di vista dell’iconografia, la cabala è sostanzialmente rappresentata dall’albero della conoscenza che, filosoficamente è manifestato da dieci sfere.

Queste dieci sfere sono appunto simboli chiamati a rappresentare: (a) stati molteplici dell’essere ma anche (b) componenti chimiche della natura e, ancora, (c) il sistema planetario (e stellare) dell’universo visibile e, oltre e altrove, (d) l’invisibile e l’insondabile.

Le dieci sfere sono tra loro collegate da sentieri abissali, presieduti dalle lettere dell’alfabeto intese come forze spirituali della creazione (rese in immagine mediante gli Arcani della Rota).

In questo modo lo Zohar (testo fondamentale nella tradizione della Qabalah) manifesta le lettere dell’alfabeto ebraico nel loro numero di 22 come i sentieri che collegano le dieci Sephiroth e quindi l’Albero della Conoscenza è chiamato anche “le trentadue vie del destino”.

Inoltre, la cabala è il sistema delle regole grammaticali di base (gematria, temurah, notariqon) della lingua ebraica, da cui dipende la tradizione chiamata impropriamente “angeologia” nella letteratura occidentale.

Si afferma che la cabala (Qabbalah, secondo una migliore traslitterazione dall’ebraico קבלה ), sia il sistema di conoscenza dato ad Adamo e trasmesso al figlio Seth.  Adamo fu sacerdote in Eridu e Seth, suo figlio, fu il primo a regnare in Khem.

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