Il Libro del Cinquecento (in siciliano Libru do cincucentu) è un leggendario libro che sarebbe custodito a Ficarra. La leggenda narra che si trattava di un libro di magia che conteneva delle formule che consentivano di superare tutti i problemi. Attraverso un linguaggio oscuro, il libro aiutava ad evocare degli spiriti, che solitamente aiutavano il proprietario del libro. In certi casi venivano risvegliati dei diavoli che creavano non pochi problemi a chi li aveva evocati.  [Fonte: wikipedia]

Questa versione siciliana è una sorta di trascrizione di un libro più antico, chiamato “Clavicola di Re Salomone”

Il vero libro del 500 sarebbe un  manoscritto trovato a Gerusalemme nel Sepolcro di Salomone.

Il testo si può trovare sulle bancarelle, sotto il titolo “Il libro del Cinquecento” o all’interno de “il vero libro infernale”.

E’ tra i trattati magici forse il più diffuso e conosciuto di tutta l’area mediterranea.   Le sue radici sono profonde, perchè attraverso il trattato noto “La filosofia occulta o la Magia” di Cornelius Agrippa, è giunto alla conoscenza dei ricercatori eretici dell’Europa Continentale, rifiorendo all’ombra del British Museum nelle strutture invisibili delle ricerche di McGregor Mathers trasfuse nella Golden Dawn.  Si tratta di un vero e proprio manuale pratico  che descrive come preparare se stesso e gli strumenti magici, le formule da recitare, i simboli e i talismani di cui munirsi per difesa, come evocare gli spiriti, cosa chiedere loro e come.

L’attribuzione del testo al re Salomone è da considerarsi leggendaria; tuttavia le origini della Clavicula sono molto antiche e le cerimonie e i rituali descritti appartengono alla radice di quelli utilizzati da caldei,  babilonesi,  ebrei cabalisti.

La prima citazione storica certa della Clavicula risale allo storico ebreo Giuseppe Flavio, vissuto nel primo secolo d.C.

Lo storico bizantino Michele Psello se ne occupò lungamente, e poi ancora Alberto Magno, che riporta alcune formule attribuite ad un certo Aronne Isacco, mago di corte dell’imperatore di Bisanzio Manuele I Comneno.

Della “Clavicula” sono circolate già nel Medioevo versioni in francese, italiano, inglese, tedesco. Parte significativa di queste è custodita nel British Museum di Londra o nella Biblioteca dell’Arsenal a Parigi; altre sono disperse in collezioni private e biblioteche massoniche ed esoteriche in tutto il mondo.

Per il suo carattere ritenuto evocatorio e diabolico, la Clavicula venne proibita nel 1559 dall’Inquisizione come opera di magia. Nonostante questo divieto, a Roma nel 1629  apparve la prima copia a stampa.

Tra i sistemi moderni di magia, è da notare che anche la Golden Dawn affonda le sue radici nelle Chiavi e Clavicole di Salomone.  Samuel Liddel McGregor Mathers ne ha operato una famosa edizione critica, assistito da un giovanissimo Aleister Crowley, già fluente e lucidissimo nella pratica dei commentari magici.

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